Voy! Voy! Voy!, di Omar Hilal

Una commedia con un buon ritmo tratta da una storia vera ambientata in Egitto, candidata agli Oscar 2024 e questa sera in anteprima al Karawan Fest di Roma dopo il passaggio a Rotterdam

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Niente più della realtà contiene storie sorprendenti, strane, originali, autentiche. Quella raccontata in questo film è una storia vera, ambientata in Egitto. É il 2013, l’anno del colpo di stato militare, ed Hassan (Mohamed Farag) è uno dei tanti uomini che vivono in povertà nel paese. Ha un lavoro umile e vive con la madre, vista l’impossibilità di formare una famiglia, anche e soprattutto per colpa di un reddito insufficiente. Agli amici confida il suo sogno, arrivare in Europa, e per realizzarlo è disposto a fare carte false. Quando scopre che una squadra di calcio per ciechi, allenata da Captain Adel (Bayoumi Fouad), ha la possibilità di disputare la fase finale della Coppa del Mondo in Polonia, decide di fingersi non vedente, ed aggregarsi al team. L’equivoco rischia di essere svelato dalla presenza di Engy (Nelly Karim), una reporter verso la quale Hassan dimostra interesse, peraltro teneramente ricambiato.

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I toni della commedia, esaltati dall’ingegno e dalla furbizia, fotografano una situazione drammatica, la povertà e la polvere nel monotono succedersi dei giorni, anche se poi nell’umiltà delle case o nel buio di una sala cinematografica trova un minimo di serenità per andare avanti, l’ironia della risata. Un semplice palliativo: i modi delicati, gli affetti intimi, il pudore o l’orgoglio non possono sovvertire il dato trasparente ed esplicito, cioè il desiderio di fuggire dall’Egitto. Omar Hilal, qui al suo debutto sul grande schermo (candidato per l’Egitto agli Oscar 2024, presentato al Festival di Rotterdam e ora al Karawan di Roma), è stato autore attivo in prevalenza nel campo pubblicitario. Il modello è diventata materia viva, sono le aspirazioni ed i caratteri, la speranza e la disillusione, tutti abbozzati in maniera razionale, un blando fanatismo laico, analogo ad un abbandono occidentale dei rituali religiosi o un’adesione moderata ai precetti del profeta. Convinzioni, doveri, autorità, regole, costituiscono lo sfondo, la ribalta sono i problemi quotidiani e le dispute familiari, le preoccupazioni, l’esplorazione umana misurata sui desideri di ognuno. La trama è composta sulle complicazioni del piano, in sostanza il pericolo di essere scoperti a mentire, e segue passo passo l’avventura di questa singolare formazione calcistica, che come gli eroi di Fuga per la vittoria oltre la gloria troveranno la libertà. Talvolta eccessivo nelle maschere attoriali, funziona invece bene nel ritmo grazie all’insolita vicenda raccontata. Sicuramente una tra le tante rimaste nascoste, in una nazione dove far sentire la propria voce rappresenta un rischio, ulteriore nota di merito per il coraggio di contrariare eventualmente il regime sanguinario di Abdel Fattah al-Sisi.

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