Wolfs, di Jon Watts

Riunisce Brad Pitt e George Clooney dopo 16 anni, strizza l’occhio a Soderbergh e i Coen, ma resta solo un giochino appiattito da streaming Apple di cui ci si stanca presto. VENEZIA81. Fuori Concorso.

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Nel 1991 John Badham aveva diretto una sfavillante commedia d’azione con Michael J. Fox e James Woods, Insieme per forza. Al centro della vicenda c’è un attore che, per interpretare al meglio il ruolo di un poliziotto, affianca un vero agente che è sulle tracce di un maniaco omicida. Wolfs richiama quel film proprio nel modo in cui lavora sulla costruzione della finzione, sempre sul limite tra la scena e il set. Badham badava al sodo, Jon Watts invece cerca di essere più sofisticato proprio nei continui ribaltamenti dell’azione, nel modo di negare o rimettere in discussione quello che è avvenuto nella scena precedente. Anche se quel film è del 1991, è davvero lontano oggi quel tipo di cinema, che sapeva solido, concitato, divertente. Watts si mette non tanto al servizio della storia  – o della saga come aveva fatto nella sua trilogia su Spider-man (Homecoming, Far from Home e No Way Home, di gran lunga il migliore dei tre – ma stavolta è al pieno servizio dell’accoppiata Brad Pitt-George Clooney.

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Gli attori interpretano due fixer, ‘lupi solitari’ che entrano contemporaneamente in scena quando devono far sparire le tracce di quello che appare come un crimine in una lussuosa stanza d’hotel occupata da una procuratrice distrettuale. Le cose in realtà non sono come sembrano. I due si ritrovano così forzatamente a lavorare insieme, anche se sembrano rivali. La situazione poi gli inizia a sfuggire lentamente di mano in una notte che per loro sarà estremamente movimentata e che li porta anchr ad essere il bersaglio di una banda di trafficanti di droga.

Il cinema di Watts sembra volare alto. Pensa a Frank Costello faccia d’angelo e Ghost Dog. Il codice del samurai ma ne raccoglie soltanto le briciole. Wolfs ha i movimenti sofisticati degli Ocean’s e riunisce i due protagonisti a 16 anni di Burn After Reading. A prova di spia. Non c’è però la fluidità di Soderbergh e dai Coen arriva quell’intellettualismo meta-cinematografico che, se non dosato a dovere, rischia di fare danni. il filmsi accende soltanto in quell’inseguimento notturno sotto la neve a Chinatown. Poi si specchia, si piace, si autocompiace con Pitt e Clooney che sembrano contare quante inquadrature hanno a testa e tra simulazione di pallottole mortali come in metropolitana, rischiano di farsi rubare la scena dal bravo Austin Abrams. La caduta vera però è sui titoli di coda. Il cinema d’azione, ma anche la commedia, forse per i parametri streaming Apple TV+ (dove uscirà il prossimo 27 settembre), non si fidano più di quello che mostrano durante il film. Hanno bisogni di far vedere di nuovo, togliere dubbi, lasciare solo certezze. Si, un regista come Badham in questo caso è davvero lontano. Wolfs resta solo un giochino di cui ci si stanca presto.

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
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