Addio a Lourdes Portillo

Ci ha lasciato, all’età di 80 anni, la regista messicana che ha fatto conoscere il movimento delle Madri di Plaza de Mayo, candidata al Premio Oscar nel 1986 era

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Lourdes Portillo, regista messicana il cui lavoro si è incentrato sull’esplorazione delle esperienze latinoamericane, messicane e chicane, in particolare per quanto riguarda le questioni di giustizia sociale, è venuta a mancare sabato 20 aprile nella sua casa di San Francisco, in California, all’età di 80 anni.

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Nata a Chihuahua, in Messico, nel 1943 e cresciuta a Los Angeles, deve al padre, direttore di un giornale, la passione per le storie e la narrazione. A vent’anni iniziano le prime esperienze nel mondo del cinema, come prima assistente alla macchina da presa presso la NABET (National Association of Broadcast Engineers and Technicians) di San Francisco, poi per una compagnia di film educativi a Los Angeles, e successivamente diviene membro del collettivo marxista Cine Manifest, dedito ai documentari.

In quegli anni aiuta un amico di Hollywood a realizzare il documentario After the Earthquake (Despues del Terremoto), incentrato sull’esperienza di un rifugiato nicaraguense del terremoto di Managua a San Francisco. Nel 1976 fonda la sua casa di produzione, la Xochitl Productions. Nel 1985 si laurea con un Master of Fine Arts presso il San Francisco Art Institute, con una tesi sul cinema d’avanguardia e sperimentale. Poco dopo, inizia la sua carriera indipendente come produttrice e regista di film.

Storyboard di Dopo il terremoto (1979)

Autrice del documentario Il diavolo non dorme mai (El diablo nunca duerme, 1994), in cui la regista indaga sulla morte dello zio in Messico, ha lasciato registicamente il segno con il film candidato all’Oscar del 1985 Las Madres: Mothers of the Plaza de Mayo. Co-diretto con Susana Muñoz, ha contribuito a portare l’attenzione internazionale sul movimento di protesta guidato dalle madri in cerca di informazioni sui membri della famiglia scomparsi, i cosiddetti desaparecidos, durante gli anni di dittatura in Argentina.

Con Missing Young Woman (Señorita Extraviada, 2001), lavoro che viene considerato un riferimento nel cinema documentario, Lourdes Portillo ha indagato sul rapimento, lo stupro e l’omicidio di oltre 350 giovani donne a Juárez, in Messico, al confine con gli Stati Uniti. Un documentario in cui racconta che la maggior parte delle donne erano operaie e le autorità, denuncia la regista, non hanno fatto alcuno sforzo per accertare la verità. Si era concentrata sulle testimonianze delle famiglie delle vittime per svelare gli strati di complicità che hanno permesso che questi omicidi continuassero. Nel 2023, l’Academy Museum of Motion Pictures le ha dedicato una retrospettiva di 10 giorni, proiettando proprio questo documentario.

I suoi film sono stati proiettati in anteprima in tutto il mondo: dalla 60esima Biennale di Venezia al Toronto International Film Festival, dal London Film Festival al São Paulo International Film Festival, dal Whitney Museum for American Art al Guggenheim Museum. È stata onorata con oltre dieci retrospettive, tra cui alcune mostre al Museo di Arte Moderna di Buenos Aires, alla Cineteca Nacional de Mexico, al Pacific Film Archive, al Museo di Arte Moderna di New York e al Museo di Arte Contemporanea di Buenos Aires.

È il soggetto dell’antologia critica Lourdes Portillo: The Devil Never Sleeps and Other Films, edito da Rosa Linda Fregoso (University of Texas Press, 2001). Nel 2016, è stata insignita del prestigioso Anonymous Was A Woman Award per i suoi successi artistici in carriera.

Durante gli ultimi anni della sua vita, la regista è rimasta attiva presentando laboratori e conferenze sul cinema documentario, genere che ha circondato tutta la sua esistenza come mezzo di cambiamento sociale. Il suo lavoro è stato fondamentale per comprendere lo sviluppo del cinema del reale in America Latina e il suo ruolo nella lotta per i diritti umani e la giustizia sociale.

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