Il fascino ritrovato del bianco e nero

Nel cinema contemporaneo sono sempre di più i cineasti che si avvalgono del bianco e nero, da Alfonso Cuarón a Christopher Nolan, tra scelte stilistiche, esigenze narrative e strategie produttive

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA POSTPRODUZIONE, CORSO ONLINE DAL 17 GIUGNO

--------------------------------------------------------------

Nelle molteplici possibilità dell’era digitale, il colore ha assunto un ruolo sempre più centrale nel cinema. Basti pensare all’utilizzo della Color Correction e del Color Grading, quei processi di post-produzione che permettono di mutare i colori dell’immagine, per scopi narrativi o semplicemente di stile autoriale.

--------------------------------------------------------------
OPEN DAY SCUOLA SENTIERI SELVAGGI, IN PRESENZA/ONLINE IL 7 GIUGNO!

--------------------------------------------------------------

Eppure, sempre più artisti hanno deciso di cambiare le regole affidandosi al bianco e nero. Le ragioni possono essere molte, tra queste sicuramente la volontà di ricreare una storia più elegante, semplice e se vogliamo anche pura. Ne è un esempio lampante Roma, il film di Alfonso Cuarón che segue le vicende quotidiane della domestica Cleo. Il regista, per rappresentare al meglio la routine e le abitudini della giovane donna, ha fatto uso di un bianco e nero pulito e luminoso, che si discosta dal black and white granuloso dei film d’epoca. Non solo, è la chiave per mostrare agli spettatori il mondo intimo di Cleo, la quale sembra appartenere a un’altra generazione discostandosi da quella classe sociale elevata per cui lavora. Immagini luminose e pure che trasmettono tutta la sua dolcezza e i sacrifici che compie ogni giorno.

----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

Cold War (2018)

E se parliamo di sentimenti e intimità, non possiamo non citare Cold War del polacco Paweł Pawlikowski. Ambientato durante la Guerra Fredda, la storia narra la storia d’amore tormentata tra Zula e Wiktor.  Il bianco e nero è onesto. Riflette bene l’amore ai tempi della guerra fredda”, afferma il cineasta su La Stampa. Un bianco e nero che enfatizza non solo il periodo storico, ma l’amore impossibile che trova il suo spazio anche nella contemporaneità; un bianco e nero che illumina i tratti del viso e del corpo e che ci immerge fotogramma dopo fotogramma nel film; un bianco e nero come premonitore di un tragico finale.

C’è ancora domani (2023)

Il bianco e nero viene rispolverato anche in Italia con C’è ancora domani, l’esordio registico di Paola Cortellesi disponibile su Netflix. La ragione risiederebbe nel desiderio di coniugare il periodo storico e politico dell’Italia del 1946 a quello di omaggiare i film neorealisti. Un ulteriore motivo potrebbe essere quello di rappresentare un’epoca dove la disparità e le violenze di genere sono all’ordine del giorno, ma che attraverso un bianco e nero pulito ci riportano al presente, e a quelle dinamiche sociali non ancora risolte.

Tra i recenti film che hanno riscosso maggior successo vi è il pluripremiato Oppenheimer, l’ultima opera realizzata da Christopher Nolan. Da una parte il film è a colori per mostrare la soggettività, dall’altra abbiamo l’oggettività del bianco e nero nelle scene del tribunale. Un bianco e nero che ci fa tornare con i piedi per terra, lontano dalle più disparate opinioni.

Ripley (2024)

Non solo film: il bianco e nero sbarca anche nelle serie tv. L’ideatore di RipleySteven Zaillian racconta di aver preso ispirazione dai grandi classici noir degli anni ’40, soprattutto per quanto riguarda la scelta delle location. E secondo il direttore della fotografia è stato un escamotage per enfatizzare maggiormente la performance intimista di Andrew Scott.

Dal passato al futuro. Il bianco e nero diventa sempre più preponderante nel mondo del videogaming, come in Mouse, first-person shooter con protagonista un Topolino killer. Il giocatore cerca le sue vittime e spara i colpi di pistola per uccidere i nemici, ma la musica retrò del celebre cartone e la grafica in bianco e nero granulosa ci restituiscono quel tocco vintage. Il teleobiettivo per prendere la mira sembra evocare, inoltre, la chiusura degli storici episodi di Mickey Mouse. Vi è poi anche Limbo, il gioco in bianco e nero che fa uso della grana della pellicola e che, insieme ai suoni di ambiente, riesce a ricreare un’atmosfera di metacinema degna del genere platform.

In conclusione, l’utilizzo del black and white è solo una questione di stile e dimensione storica, oppure c’è dell’altro? È necessario guardare la questione da ulteriori prospettive. Per le piattaforme streaming, prima tra tutte Netflix, investire su prodotti in b/n è servito ad ottenere una legittimazione intellettuale, puntando su prodotti autoriali come il già citato Roma (vincitore di tre Premi Oscar, segnando un riconoscimento storico per un servizio on demand), Malcom & Marie, Mank e il più recente Blonde.

Un’altra motivazione risiede, anche se in minor parte, nell’ossessione dei registi  di farsi prendere sul serio. Riguardo la versione in bianco e nero di Parasite, Bong Joon Ho ha dichiarato scherzosamente ”Forse è solo vanità, ma se penso ai classici sono tutti in bianco e nero, quindi ho pensato che se facevo diventare in bianco e nero i miei film, allora sarebbero diventati classici”. Questo perché le pellicole senza colori sembrano riportaci ai classici senza tempo, alterando così la nostra considerazione e rivalutando in positivo i film. Il bianco e nero e tutto ciò che riguarda il vintage sono, infatti, elementi sempre più apprezzati nel mondo della contemporaneità. Anche i social, come TikTok e Instagram, sono la dimostrazione di un rinnovato interesse per un certo tipo di estetica retrò, che si manifesta attraverso i filtri utilizzati dagli utenti per foto e video.

Ma che si tratti di strategie produttive o di cavalcare l’onda del momento, il bianco e nero resta indubbiamente uno stratagemma efficace per far risaltare i contrasti e farci concentrare su quei dettagli sui quali il regista desidera guidarci. Il bianco e nero, dunque, non è più solo un contenitore di una gamma di sfumature di colore, ma un mezzo per offrirci uno spettro emotivo e una poeticità tipici dei primordi del cinema. La luce contro la tenebra. La storia più antica“, come direbbe il protagonista Rustin Cohle in True Detective. Quel cinema elegante che è capace di emozionarci con poco. Per riprendere le parole del fotografo Ted Grant, “quando si fotografano persone a colori, si fotografano i loro vestiti, ma quando si fotografano persone in bianco e nero, si fotografano le loro anime“.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Scrivi un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *